I Wicked
Minds calcano le scene da un sacco di tempo, e il loro
sound affonda le proprie radici nella tradizione hard
rock degli anni '70. E poi entrano in gioco ricordi
vari: dal Voodoo Child, mitico negozio musicale, al
tempo di proprietà del chitarrista Lucio, nel
quale si metteva piede quando si fugava dalla scuola
e non, fino ad alcune serate al Temple Of The Dog. Poi
quando ho avuto l'opportunità di ascoltare "From
The Purple Skies", il loro ultimo lavoro universalmente
riconosciuto come capolavoro del genere, sono rimasto
ovviamente ammaliato dalla loro bravura e dalla loro
totale maturazione artistica. Se aggiungete che si giocava
tutto in casa, capirete che non avrei mai potuto lasciarmi
sfuggire l'opportunità di intervistarli. Ecco
allora la band al completo che ci racconta la propria
evoluzione stilistica, dagli esordi thrash metal, passando
per i giorni nostri, sino ai piani futuri. Ecco le parole
di: J.C. (lead and backing vocals), Lucio Calegari (guitars,
lead and backing vocals), Enrico Garilli (bass), Paolo
Apollo Negri (keyboards) e Andrea Concarotti
(drums), ovvero i Wicked Minds al gran completo. Monumentali!
   
Parlateci dei vostri esordi,
come sono nati i Wicked Minds? So che inizialmente suonavate
thrash metal...
Lucio: Sì, il nostro
esordio risale al 1987 e all'epoca eravamo una band
di thrash metal. Del nucleo originale facevamo parte
io (chitarra e voce), Enrico (basso) e Andrea (batteria).
A cosa è dovuto il vostro
cambio di direzione, dal thrash all'hard rock anni '70?
Lucio: E' stato un cambio
lento e graduale. Abbiamo realizzato 4 demo e progressivamente
abbiamo mutato il nostro suono. Ci siamo man mano avvicinati
alle sonorità che sentivamo più nostre,
Led Zeppelin, Hendrix, Black Sabbath. Il culmine di
questo periodo, durante il quale la band era un trio,
è arrivato nel 1999 con l'uscita di "Return
to Uranus".
Infatti, dopo tanta gavetta,
nel '99 c'è stato il vostro esordiopubblicato
dalla W Records. Parlateci di questo album.
Lucio, Enrico: Come dicevamo
prima questo disco rappresenta il punto d'arrivo della
formazione in trio. Il suono era legato all'hard e alla
psichedelia dei '70 anche se, nel periodo dell'uscita,
venivamo spesso affiancati al movimento stoner, allora
in pieno boom. Contiene brani pesanti e ampiamenti lisergici,
con la chitarra a farla da padrone e una produzione
molto underground.
La title-track di "Return
To Uranus" è stata riproposta nel vostro
ultimo lavoro "From The Purple Skies". Ci
sono differenze tra la prima versione e quest'ultima,
a parte il cantato?
Lucio, Paolo: Beh, diciamo
che la struttura del pezzo è sempre stata abbastanza
"aperta". "Return To Uranus" è
una specie di brano hard-psichedelico che ci permette
di avventurarci in divagazioni lisergiche e assoli.
Lo suoniamo da un sacco di tempo ma ogni volta prende
una forma diversa; dal vivo è un brano che può
durare dai 5 ai 25 minuti, ci piace molto giocare con
questa canzone! È stato quindi facile riadattarlo
alle mutazioni di line-up. Oltre al cantato di J.C.
e alla presenza massiccia dell'Hammond di Paolo, la
versione uscita su "From The Purple Skies"
contiene una seconda parte "corale", con il
flauto, il Moog, il Mellotron. Il fatto curioso è
che questa seconda parte del brano è stata improvvisata
in studio mentre registravamo, non l'avevamo mai neanche
provata!
Dato che "Return To Uranus"
è ormai introvabile, c'è in progetto una
ristampa?
Lucio: Il disco purtroppo
è esaurito da tempo, ma, sinceramente, non so
se la W Records ha in programma una ristampa. Sarebbe
una bella cosa ma sai, non è mai facile riuscire
a rimettere in circolo un disco uscito sei anni fa.
Come siete venuti in contatto
con Paolo "Apollo" Negri dei Link Quartet?
Lucio: Nel 1999 avevamo
suonato insieme ai Link Quartet in un piccolo festival
e Paolo aveva prestato l'Hammond al nostro tastierista
di allora. Poi lo abbiamo incontrato nuovamente nel
2000 ad un concerto dei Link per il 1 maggio e gli abbiamo
chiesto di entrare in formazione, e lui subito ha accettato!
Penso che fosse proprio il tipo giusto per noi!
Nel 2003 è stato pubblicato
in tiratura limitata "Crazy Technicolor Delirium
Garden", di che si tratta precisamente?
Lucio, Paolo: In pratica
si tratta della base di "From The Purple Skies".
Le tracce sono le stesse tranne "Return To Uranus"
e le due cover, uscito in vinile singolo per W Records.
Alla voce c'ero io (Lucio) e il mix era differente.
L'album, anch'esso esaurito nel giro di pochi mesi,
ci ha permesso di inserire nella line-up J.C. e di iniziare
il sodalizio con Black Widow, in pratica è stato
il nostro biglietto da visita per la realizzazione di
questo nuovo disco.
La scelta di inserire un cantante
fisso è per permettere a Lucio di concentrarsi
esclusivamente sulla chitarra o ci sono altri motivi?
Lucio: J.C. ha una voca
perfetta per il genere che facciamo. Inizialmente aveva
cantato solo "Gypsy" degli Uriah Heep, ma
dopo averlo sentito lo abbiamo voluto su tutto il disco.
Inoltre Black Widow voleva per noi un cantante e anche
questo è stato uno sprone. Io adesso posso dedicarmi
completamente alla chitarra e vi assicuro che, con 20
pedali Electro Harmonix tra i piedi, è un bell'aiuto!
Penso che la voce di J.C. abbia aggiunto molto al sound
del gruppo, era quello di cui avevamo bisogno!
Come siete arrivati alla Black
Widow?
Lucio: Con Black Widow
siamo in contatto da anni e avevamo già collaborato
con loro in occasione dell'uscita del tributo ai Blue
Cheer. Nel corso degli anni Black Widow ha sempre seguito
i nostri lavori, aspettando la nostra maturazione. Dopo
"Crazy Technicolor Delirium Garden" e l'entrata
in formazione di J.C. hanno ritenuto che il gruppo fosse
pronto per loro e così è partito il progetto
del nuovo album. Viste le reazioni della critica e le
vendite penso che abbiano avuto ragione ad aspettare!

Bhe, credo propio che alla luce
di "From The Purple Skies" non si passa dare
torto ai ragazzi di Black Widow, quest'album è
una bomba e non solo per The Rock Explosion! A proposito,
come nascono i vostri brani? Avete un procedimento particolare
per comporre?
Lucio, Paolo: La composizione
dei pezzi è sempre un mix di spontaneità
e consapevolezza. Spesso si arriva in sala prove e si
inizia a improvvisare, registrando il risultato su cassetta.
Lucio ha centinaia di cassette di prove, e spesso dalle
improvvisazioni fatte in sala prove nasce lo spunto
per sviluppare o arrangiare un brano. In genere i brani
sono abbastanza complicati e vengono arrangiati più
volte (spesso proviamo ad aggiungere delle parti, a
toglierne altre, a cambiare un ritornello, a rifare
gli arrangiamenti. Insomma proviamo sempre soluzioni
diverse fino a quando il pezzo non prende la forma che
vogliamo). Siamo abbastanza perfezionisti in questo!
A volte lavoriamo su un riff o su un giro di accordi
e cerchiamo di sviluppare un pezzo, magari recuperando
riff o fraseggi da sessioni di prova precedenti. La
maggior parte delle volte però è il mix
di questi due elementi a creare il mood giusto per i
vari brani, e dalle tracce dell'album si può
capire quanto entrambi questi modi di scrivere siano
importanti per noi.
A mio avviso il sound di "From
The Purple Skies" è molto spontaneo, molto
"live". Concordate o, viceversa, il vostro
lavoro in studio è stato laborioso?
Wicked Minds: E' assolutamente
vero! La dimensione Live è quella più
naturale per noi. I pezzi sono sempre aperti alle improvvisazioni
e, in generale, abbiamo un approccio molto passionale
verso la musica. Quindi il mood del momento è
fondamentale per lo sviluppo di un pezzo. In più
volevamo ottenere un suono naturale che rendesse in
modo fedele il timbro dei nostri strumenti e dei nostri
amplificatori. Per ottenere questo risultato abbiamo
registrato tutti insieme in una grande stanza con un'acustica
stupenda, cercando di suonare tutto dal vivo, assoli
compresi. Il risultato è quello che sentite,
ovvero un suono naturale e un approccio molto live.
Abbiamo poi evitato in fase di mixaggio di pompare troppo
il suono, volevamo un disco che suonasse nuovo ma con
uno spirito vintage.
Come mai avete scelto di inserire
2 cover, di Pentagram e Uriah Heep?
Lucio: Il pezzo dei Pentagram
è uno dei miei preferiti ed è l'unico
pezzo cantato da me sul disco. In più penso che
la versione che abbiamo realizzato, con l'Hammond e
il Moog acidissimo sia abbastanza particolare, sarebbe
stato un peccato lasciarla nel cassetto. "Gypsy",
beh, è un pezzo che tutti ci portiamo in testa
da sempre, era ora di farne qualcosa no? E poi ci è
servita per introdurre J.C. nella band.
Di che cosa parlano e a cosa
vi ispirate in genere per scrivere i vostri testi?
Lucio: I testi sono opera
mia, anche se devo ammettere che hanno un ruolo decisamente
secondario nell'economia delle nostre canzoni. Diciamo
che i testi sono tutti abbastanza onirici e descrivono
le sensazioni che la musica fa nascere in me, sono emozionali
e astratti. La musica resta sempre il motore principale
dei nostri pezzi e i testi la seguono, traducendo in
parole quello che i suoni mi portano alla mente.
Chi sono i musicisti che ritenete
vi abbiano maggiormente influenzato?
Wicked Minds: La lista
sarebbe lunghissima. Diciamo che ci sono moltissime
influenze che convivono nella nostra musica. Dall'hard
prog (Warhorse, Waterloo, 2066 & Then) alla psichedelia
(Pink Floyd, Orange Peel, Neon Pearl), dall'hard rock
(Blue Cheer, Grandfunk Railroad, Toad) al prog italiano
(The Trip, Il Rovescio della Medaglia, L'Uovo di Colombo).
Oltre naturalmente ai maestri Deep Purple, Uriah Heep,
Black Sabbath, Led Zeppelin, etc. Ma le influenze vanno
un po' in tutte le direzioni, dal jazz e funk anni '60
fino allo stoner degli anni '90. Siamo sempre molto
aperti alle influenze musicali che arrivano da generi
diversi e questo poi risulta anche nelle nostre canzoni,
sempre infarcite di richiami più o meni espliciti.
Il fatto di mischiare liberamente così tanti
stili da un colore in più ai nostri pezzi, questo
è quello che pensiamo.
Com'è il vostro rapporto
con la dimensione live? Bhe, penso proprio che amiate
improvvisare e dilatare i vostri brani.
Wicked Minds: Sì,
all'infinito! Scherzi a parte, amiamo molto giocare
con le nostre canzoni e lanciarci in lunghe divagazioni
dal vivo. Un po' di duelli Hammond-chitarra, qualche
bel riffone, lunghe pause psichedeliche e di space-noises.
Dipende dalla serata! Ogni tanto, spinti negli spazi
più profondi dell'improvvisazione, ci risvegliamo
e ci chiediamo "e adesso?" ; ah, poi tutto
prende sempre la piega che deve prendere, e arriviamo
all'uscita in modo magico. E' difficile da spiegare
ma è una sensazione fantastica!
Siete sulla breccia dagli anni
'80. Com'era la scena all'epoca e che differenze vedete
con la scena odierna?
Enrico: allora c'erano
in giro degli impianti scarsissimi!
Lucio: Bhe, ma eravamo
scarsissimi anche noi, eh. Nel senso che non avevamo
la padronanza di adesso, facevamo un genere molto più
confusionario, però c'erano delle situazioni
foniche veramente ignobili.
Enrico: Sì, bene
o male adesso ogni locale ha il suo impiantino con un
suono decente. Anche perché adesso è più
probabile trovare sia un impianto che dei fonici all'altezza,
che hanno esperienza, preparazione e più possibilità
di avere un buon suono. Infatti ora se hai un impianto
di merda il fonico magari te lo fa suonare discretamente,
come puoi pure trovare l'impianto della Madonna e il
fonico che te lo fa suonare di merda. Comunque è
più facile trovare il fonico e l'impianto discreti.
Poi anche noi nel corso degli anni abbiamo acquisito
esperienza, quindi il suono esce già buono, ci
sono solo da regolare i volumi. Musicalmente oggi c'è
la libertà di ripescare quello che si vuole,
allora c'erano ancora generi dominanti che dettavano
il suono del momento. Dalla metà degli anni novanta
in poi tutto quello che è uscito è solo
una rilettura di qualcosa che era già stato fatto
nel passato, prima non era così, prima c'era
un movimento che cresceva, cambiava e si muoveva.
Ci potete dare qualche anticipazione
riguardante i vostri piani futuri? Avete già
nuovo materiale pronto per essere registrato?
Paolo, Lucio, J.C.: Stiamo
lavorando ai nuovi brani e diciamo che ci siamo vicini.
Il problema è che prima di essere soddisfatti
da un brano cerchiamo sempre di provare tutto quello
che possiamo per migliorarlo, cambi negli arrangiamenti,
nei suoni, nella struttura. Quindi da qui alla realizzazione
del nuovo disco potrebbero esserci ancora molti cambiamenti.
In generale comunque il suono sta diventando più
cupo, più oscuro. Penso sarà un bel lavoro
comunque!
Nel 1992 avete fatto da supporto
nientemeno che ai Monster Magnet, che all'epoca erano
pressoché sconosciuti. Parlateci di quel concerto!
Avete potuto incontrare Dave Wyndorf?
Lucio, Enrico, Andrea:
Dave aveva dei problemi alla voce e i MM hanno fatto
uno show quasi completamente strumentale, molto psichedelico.
Supportato tra l'altro da uno spettacolo di luci veramenteincredibile!
È stata un'esperienza fantastica per noi poter
fare da supporto a una band del genere, continuiamo
a seguirli e ogni volta siamo stupiti dalla loro potenza!
Sempre in quel periodo avete
partecipato ad un concorso organizzato da Videomusic,
com'è andata?
Lucio, Enrico, Andrea: Molto
bene, siamo arrivati tra i finalisti e abbiamo suonato
dal vivo a Video Music! Anche quella è stata
un'esperienza totale che non scorderemo mai!
I 5 LP's che portereste su un'isola
deserta, la vostra bevanda preferita e la vostra pornostar
preferita.
Wicked Minds: Cinque dischi?
Allora: "Are you Experienced" targato Jimy
Hendrix Experience, Il quarto Led Zeppelin (quello senza
titolo), Streetnoise targato Brian Auger, Julie Driscoll
& The Trinity, "Very 'eavy, Very 'umble"
degli Uriah Heep, "Vincebus Eruptum" dei Blue
Cheer. Bevanda: difficile, ognuno hai suoi gusti, dalla
birra al Martini. Pornostar, qui ce ne sarebbero davvero
troppe! Una su tutte? Ma come si fa? Accidenti!
Tra i gruppi attuali c'è
qualcosa che apprezzate particolarmente? E qualcosa
che, invece, proprio non riuscite a sopportare?
Wicked Minds: Tra quelli
che più apprezziamo c'è sicuramente Kravitz,
Joss Stone, Beck. Abbiamo amato i gruppi stoner, dai
Kyuss ai Nebula, e molti altri gruppi davvero bravi.
Ovviamente c'è un mucchio enorme di roba che
non sopportiamo...
Spazio libero ragazzi, potete
usare questo spazio come meglio credete.
Wicked Minds: Prima di
tutto un grandissimo ringraziamento a te Andrea, sia
per questa bella intervista, sia per la splendida recensione
del disco che hai fatto! Prossimamente suoneremo un
po' di date in giro, visitate ogni tanto il nostro sito
per info (www.wickedminds.net)
e il nostro blog co tutte le ultime recensioni (wickedmindsunofficial.blogspot.com).
Ancora un grande ringraziamento, speriamo di incontrarci
presto a qualche live!
Intervista realizzata da Andrea
Zazzarini

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